Dal Bosco di Rauccio a Otranto: nell'incanto della natura sulle orme di Turchi e Messapi
A pochi chilometri dal capoluogo salentino, si estende il Bosco di Rauccio, quel che resta dell'antica Foresta di Lecce. Con un'escursione in bicicletta potrete esplorare il mosaico di ecosistemi che fa di questo posto un gioiello della natura: dall'intrico di maestosi lecci alla Specchia di Milogna, abitata da aironi, garzette, folaghe, cigni, fino alle dune del litorale, tra rare orchidee e praterie di salicornia.
Spostandoci verso Sud, impossibile non notare le innumerevoli torri costiere: una costante della terra salentina, per secoli sotto la minaccia di pirati e invasori saraceni.
In 45 minuti raggiungiamo San Foca, dove mare, vento e bianche rocce calcaree hanno dato vita a scenari da sogno. A ciò si aggiunge il fascino della storia, come per le incantevoli piscine naturali delle Grotte della Poesia, un tempo dedicate al culto del dio Taotor. Iscrizioni in messapico, greco e latino ne documentano le antichissime frequentazioni. Da vedere, le rovine del Castello di Roca Vecchia e la torre cinquecentesca.
Sono nati quasi insieme a Roca alcuni ulivi del Salento: i giganti più anziani e monumentali si trovano proprio nelle campagne intorno a San Foca, e precisamente a Borgagne, che ospita il più antico in assoluto, e a Strudà, dove il Faraone, la Cascata, il Serpente e la Testa sono eccezionali sculture naturali.
Ultima, irrinunciabile tappa: Otranto, la Porta d'Oriente, dove il respiro della storia pervade ogni vicolo del borgo marinaro, fino alla Baia dei Turchi. Le Mura, il Castello Aragonese, il Palazzo de Mori, la Cattedrale dell'Annunziata raccontano le vicende del secolare incontro-scontro tra saraceni ed europei, nel punto più a Est della penisola italiana.